I documenti da presentare per la restituzione sono:
Attenzione: nell’interesse del proprietario non è possibile restituire il cane a parenti o congiunti privi di delega |
In cambio di residenza deve essere comunicato al Servizio Veterinario entro 15 giorni dall’evento. Se il trasferimento avviene entro i confini della Regione Piemonte è sufficiente compilare e sottoscrivere il modulo che trovi qui (Clicca qui per scaricare la modulistica relativa a questo caso) e consegnarlo al Servizio veterinario di competenza della nuova residenza.
Se provieni da altra regione o altra nazione, entro 15 giorni devi recarti presso la sede di identificazione del tuo comune (chiedi in municipio) con il cane per effettuare la procedura di introduzione.
Se, al contrario, ti trasferisci fuori dalla regione Piemonte devi darne comunicazione al Servizio veterinario in Piemonte, ma dovrai informarti sulle procedure nella regione/nazione di nuova residenza.
Le regioni non comunicano tra di loro!
Bisogna distinguere due casi diversi: il cane si è allontanato da casa; ho perso il cane lontano da casa (durante una vacanza, una escursione ecc).
Se il cane è uscito dal cancello di casa spontaneamente e probabile che si aggiri nelle vicinanze (i cani amano esplorare il territorio). Se avete un rapporto corretto con il vostro cane e lui conosce il territorio (per questo è importante portarlo sistematicamente a passeggio) tornerà da solo in breve tempo. In caso contrario recarsi immediatamente presso il comando della P. L., sottoscrivere la “denuncia di smarrimento “(clicca qui) e farla protocollare. Generalmente la P.L. è immediatamente avvisata dell’avvistamento o della cattura del vagante.
Più problematico il secondo caso perché molto dipende dalla località in cui l’avete perso. Se siete in luoghi lontani dai centri abitati potete lasciare sul luogo si smarrimento un vostro indumento usato, impregnato del vostro odore. Anche in questo caso se avete un buon rapporto con il vostro cane e lui è abituato alle escursioni, tornerà sui suoi passi e si fermerà sul vostro indumento. Tornate sul posto a distanza di poche ore e probabilmente lo troverete accovacciato sull’indumento. In ogni caso è opportuno rivolgersi alla P. L. per avere informazioni sulle prassi burocratiche del luogo.
I documenti da presentare per la restituzione sono:
Attenzione: nell’interesse del proprietario non è possibile restituire il cane a parenti o congiunti privi di delega |
Si definisce randagio un animale domestico vagante fuori dal controllo del proprietario o legittimo detentore. La Legge Regionale n. 18/2004 vieta al cittadino di catturare animali vaganti (clicca qui).
La cattura compete al personale in servizio presso il canile competente per area. Il servizio può essere attivato unicamente da un pubblico ufficiale ( Polizia Municipale, 112, Servizio Veterinario, Corpo forestale dello stato ecc.ecc.). In caso di avvistamento di un cane randagio è sufficiente chiamare telefonicamente il numero unico per le emergenze 112, lasciare le proprie generalità, il numero di telefono dal quale state chiamando ed attendere sul luogo l’intervento degli operatori. Generalmente, immediatamente dopo la chiamata, l’operatore del canile ti richiamerà per confermare i tempi di intervento. La rapidità di intervento dipende unicamente dalla distanza che l’operatore deve percorrere per raggiungerti. La nostra organizzazione mediamente interviene in meno di 30 minuti in orario diurno, qualche minuto in più in orario notturno. Il servizio è attivo H24 per tutti i giorni dell’anno.
Cosa non fare mai: catturare il cane, neppure se è ferito o sofferente. Potresti mettere in pericolo la tua salute o quella dei tuoi animali; potresti essere accusato di appropriazione indebita o essere sanzionato per violazione della L.R.
Attenzione: se non puoi attendere sul posto l’addetto alla cattura la tua segnalazione probabilmente si risolverà con una uscita inutile (e relativi costi); il cane in pochi minuti si può allontanare di qualche centinaio di metri e diventare irrintracciabile.
Chi cede il cane assieme a chi lo prende, deve recarsi all’ASL dove è iscritto il cane e sottoscrivere l’apposito modulo.
E’ vietata la cessione (a qualunque titolo) di un cane non identificato.
Non può essere ceduto un cucciolo di età inferiore ai due mesi.
Superate queste due condizioni per cedere un cane è necessario sottoscrivere congiuntamente al nuovo proprietario la “scheda di cessione” e recapitarla presso gli uffici del servizio veterinario ASL competente per territorio del cedente.
Clicca qui per scaricare la modulistica relativa a questo caso.
Individui un animale ferito (clicca qui)
Le recenti modifiche introdotte al codice della strada obbligano il conducente a prestare soccorso agli animali in caso di investimento. Può anche capitare di avvistare un animale in difficoltà per ragioni diverse dall’investimento. In ogni caso è buona norma non avvicinarsi troppo e richiedere l’intervento degli operatori autorizzati. Le procedure sono le stesse descritte per la cattura di un cane vagante (clicca qui). Le forze dell’ordine faranno intervenire gli operatori di competenza.
Cosa non fare mai: rimuovere o cercare di trasportare l’animale ferito. Potresti mettere in pericolo la tua incolumità o peggiorare le condizioni dell’animale. Inoltre non è sempre facile individuare una struttura veterinaria in grado di intervenire; infine potresti essere chiamato ad affrontare i costi dell’intervento. Nel caso di animali selvatici (beni inalienabili di proprietà dello stato) la situazione è molto complessa e ogni intervento deve essere preventivamente autorizzato dalle autorità competenti.
Il seppellimento di un animale è operazione complessa e sconsigliabile, non è sufficiente disporre di un terreno recintato. Pertanto non rimangono che due soluzioni: il cimitero per animali (rarissimi) o il conferimento in un idoneo impianto per la cremazione.
Dal mese di agosto 2004 la nostra associazione ha allestito un impianto di transito per la raccolta ed il magazzinaggio delle spoglie mortali (Riconoscimento 453/DT1), in attesa di conferirle per la cremazione. Il vostro veterinario di fiducia potrà fornirvi i dettagli del servizio che è attivo nelle aree di competenza delle ASL VC,NO, VCO e BI a cavallo tra la provincia di Biella, Novara, Verbania e Vercelli.
In impianto di transito possono essere conferiti animali da compagnia (cani, gatti, criceti ecc…) e animali da circo o da zoo (animali esotici). Dal 2015 è attivo anche il servizio funerario che prevede la cremazione singola e la restituzione delle ceneri (vedi la pagina specifica).
Adottare un cane in canile è una operazione assolutamente semplice sotto il profilo burocratico, molto complessa sotto il profilo emotivo. Ricordatevi che ogni cane è un soggetto unico e irripetibile, contrariamente a quanto pensano alcuni, neppure un cane di razza ha comportamenti standardizzati. Quindi armatevi di un po’ di pazienza ed aprite il cuore.
Fissate un appuntamento con il personale del canile, esprimete le vostre aspettative e lasciatevi guidare da chi conosce i cani. Dopo un breve colloquio vi faranno visitare il canile e si soffermeranno sui cani che più si addicono alle vostre esigenze o aspettative.
I cani del canile sono tutti regolarmente identificati con il microchip, sono mondati da parassiti e vaccinati. Se ci sono patologie note le troverete indicate sulla scheda individuale trattamenti (scheda sanitaria)n dove saranno indicate anche eventuali cure o indicazioni per una alimentazione corretta. Copia della scheda vi sarà consegnata con gli altri documenti del cane (copia del certificato di identificazione e copia della cessione). Tutto l’iter sarà a carico del canile. Se tutto va bene potrete lasciare il canile con il cane che avete scelto dopo naturalmente la foto di rito per il nostro archivio.
Con il cane i volontari vi consegneranno anche il guinzaglio, l’imbragatura, una coperta per il giaciglio e una scorta di cibo per i primi giorni.
Per il primo mese dalla data di adozione, gli operatori del canile saranno a vostra disposizione per superare tutti i piccoli problemi di adattamento: basta una semplice telefonata.
Tutti gli esseri viventi sono esposti a rischi di malattia. Alcune malattie sono evitabili attraverso un sano controllo periodico delle condizioni generali del nostro pet, e attraverso la prevenzione.
Oggi sappiamo che ci possono essere rischi di contrarre alcune malattie per cui sono stati prodotti vaccini o farmaci in grado di prevenirle. A seconda del luogo di detenzione del pet, dell’area geografica e dell’altitudine sarà il Vostro veterinario a suggerire il piano vaccinale idoneo e le pratiche per la prevenzione delle infestazioni parassitali cutanee (pulci, zecche ecc.), intestinali (volgarmente detti vermi), e da Filaria o Leishmania.
Vi presentiamo alcune situazioni che possono verificarsi quando si ha a che fare con i cuccioli, ma ricorda: si tratta di spunti e situazioni generiche! Per ogni dubbio e per consigli ad hoc, contatta SEMPRE il veterinario, che saprà aiutarti ad affrontare ogni problema!
La questione del distacco dei cuccioli dalla propria madre è un tema molto dibattuto per quanto riguarda i cani, addirittura in qualche modo fissato a norma di legge (è vietato vendere o cedere cuccioli di cane di età inferiore aiu 60 giorni). Per quanto riguarda le cucciolate di gatto, che tra l’altro potrebbero essere anche numericamente superiori a quelle di cane, nulla è definito. Tra gli usi e i costumi popolari spesso è possibile ascoltare che “hanno 40 giorni e mangiano da soli, posso darli via!”. Un gatto non è un “cane in miniatura” e dal punto di vista etologico esistono molte differenze tra le due specie. Ma il periodo neonatale e la fase di socializzazione hanno lo stesso significato per tutti gli esseri viventi.
Di fatto, esattamente come per i cuccioli di cane, anche i gattini hanno un “periodo sensibile” che influenzerà il loro comportamento durante tutta la durata della vita. Nel gatto questo periodo dura approssimativamente dalla seconda alla ottava-nona settimana. Leggermente più breve rispetto al cane, in questo arco di tempo, i cuccioli sono particolarmente recettivi ed immagazzinano quante più informazioni possibile circa il mondo che li circonda. Ciò che hanno conosciuto durante queste settimane lo affronteranno senza paure ne conflitti durante tutta la vita. Anche la maggior parte delle buone abitudini igieniche e dei comportamenti tipici della specie, inclusa la corretta comunicazione con gli altri gatti, vengono appresi dal gattino in queste settimane. Tutti elementi che ne condizioneranno in modo sostanziale la vita futura. Per imparare queste cose, esattamente come un cucciolo di cane, un micetto ha bisogno della propria madre e dei fratellini. Più tempo il piccolo trascorre con la madre e la cucciolata, più cose può imparare. Per questa ragione “dare via” i gattini appena mangiano da soli è grave quanto dare via dei cuccioli di cane. Il distacco ottimale dovrebbe avvenire alla nona settimana, anche in assenza della madre, e fino a questo momento sarebbe opportuno che i gattini avessero delle esperienze positive con diverse persone, bambini, altri gatti, altri animali, etc. Una buona socializzazione è la base da cui crescerà un gatto equilibrato, un buon punto di partenza per chi adotterà questi gattini.
Far fare una cucciolata alla propria gatta è una responsabilità anche da questo punto di vista. “Sbarazzarsi” dei gattini il più velocemente possibile è un gesto irresponsabile e stupido. Ciò che invece è civile è assumersene la responsabilità e permettergli di crescere in modo sano. Perchè anche i gatti diseducati diventano troppo facilmente randagi, anche se non fanno scalpore quanto i cani. A chiunque non sia disposto ad assumersi queste responsabilità, ricordiamo che la sterilizzazione è un’operazione sicura con indubbi vantaggi dal punto di vista della salute dell’animale (prevenzione di tumori). Apporterà beneficio a tutti: alla gatta, al padrone e alla società.
VIOLA
Un’abitudine del nostro cane, tanto frequente quanto disgustoso dal nostro punto di vista, potrebbe essere quella di mangiare le feci. Spesso sono feci di gatto, o le proprie. Meno frequentemente sono feci di altri cani, incontrate durante la passeggiata, o addirittura di altri animali o umane. Benchè non si conosca esattamente il perchè di questo “vizio”, per molti anni lo si è attribuito a cause organiche, malattie o carenze alimentari. L’ipotesi delle carenze è certamente andata per la maggiore per molto tempo, anche se oggi è stato dimostrato che è una possibilità assolutamente remota che un cane mangi feci per recuperare sostanze nutritive di cui si sente carente. Per questa ragione, è inutile spendere soldi in costosi e vaghi integratori. Senza contare che le diete per cani in commercio sono ben bilanciate e studiate e aggiungere un integratore senza una precisa ragione, significa sballare completamente questo bilanciamento e quindi, in fondo, danneggiare l’animale. La possibilità di altre patologie sottostanti è invece più accreditata, anche se infrequente. Un veterinario è la figura più indicata per indagarle attraverso esami specifici. In realtà nella maggioranza dei casi la ragione sottostante alla “coprofagia” (mangiare le feci) è di natura comportamentale. Spesso le feci semplicemente hanno un gusto gradito al cane (soprattutto quelle di gatto) oppure sono solo l’elemento attraverso cui il cane sfoga la propria situazione di stress, derivata dall’ambiente in cui vive. Altre volte quest’abitudine è causata da castighi applicati in maniera sbagliata ad un problema precedente, come quello di sporcare in casa. La ricerca delle cause a volte necessita di un indagine approfondita da parte di uno specialista, altre volte invece la soluzione è abbastanza banale.
Premettendo che non esistono controindicazioni per la salute del cane rispetto al consumo di feci (a meno che non siano contaminate da parassiti!), pochi semplici trucchetti possono limitare il problema. Innanzitutto è bene evitare le tentazioni, ovvero prestare attenzione alla pulizia della cassettina del gatto. Se invece il problema fossero le feci incontrate per strada o nel cortile, aggiungervi un repellente scoraggierà più o meno efficacemente il vostro cane (fate attenzione a non usare sostanze tossiche ed evitate questa tecnica se il vostro animale ha problemi al tratto gastroenterico!). Se invece l’origine del problema è la noia oppure lo stress, arricchire l’ambiente con giochi per cani e maggiore esercizio fisico (e maggiore tempo trascorso con voi) potrebbe indirizzarvi verso un miglioramento. Come sempre, l’imperativo è evitare il castigo fisico contro il vostro cane, sia perchè potrebbe essere proprio la causa diretta del comportamento sia perchè sicuramente alimenta una situazione di stress.
VIOLA
Tempo fa avevamo visto una carrellata di possibili ragioni per cui un cucciolo può continuare a sporcare in posti inadeguati, nonostante i nostri “insegnamenti”. Potremmo quindi approfondire qualcuna di queste ragioni durante più settimane, ed infine vedere come insegnare in modo efficace la principale norma di una serena convivenza.
La prima eventualità riguarda le migliaia di cuccioli provenienti dall’est (e non solo) e comprati all’età di 2 mesi (scarsi) nei negozi. Questi cuccioli vengono letteralmente “prodotti” in “fabbriche” specializzate, nascono e vivono in gabbie piccolissime. Qui devono condividere il poco spazio con la mamma e i fratelli, non avendo mai la possibilità di sperimentare ed imparare che esiste uno spazio appropriato in cui fare le proprie necessità ed uno, differente, in cui dormire e mangiare. Questi poveri animali vengono separati dalle madri a 4-6 settimane , “vaccinati” (le polemiche riguardanti questo tema sono innumerevoli), viaggiano anche per settimane, per essere nei nostri negozi con i fatidici 2 mesi (a norma di legge). Da questi negozi vengono comprati perché “fanno tanta pena”, ma sono poi i tipici cuccioli che sporcano nella loro brandina, oppure vicino alla ciotola, ed imparano con molta difficoltà quali sono gli spazi appropriati. E’ ugualmente vero che lo stesso problema potrebbe riguardare anche cuccioli nati da allevatori che in casa adottano le stesse modalità di queste “fabbriche”. La ragione di queste difficoltà del cucciolo risiede proprio nel non aver mai potuto godere di spazio sufficiente per poter distinguere uno spazio “sporco” ed uno “pulito”. A ciò si aggiunge il tempo insufficiente passato con la mamma. Certo è che con pazienza e tolleranza anche a questi cuccioli si può insegnare la buona educazione. Conoscere gli aspetti pratici che riguardano l’acquisto di questo genere di animali spero serva a scoraggiare futuri acquisti che alimentano questo vile mercato. Se proprio volete comprare un cucciolo di razza, fate una scelta consapevole soprattutto per la vostra serenità futura: rivolgetevi ad allevatori seri e preparati. Non alimentate questo mercato che, inevitabilmente, è un mercato di futuri randagi.
VIOLA
Come abbiamo già detto, il tema del “cane che sporca in casa” è molto vasto e anche molto fastidioso. Spesso la ragione, ed anche la soluzione, è più ovvia di quanto immaginiamo. Infatti semplicemente può darsi che il nostro cucciolo non abbia chiaro dove vogliamo che faccia i suoi bisogni! Prima di tutto però è necessario precisare alcune cose: primo, da un cucciolo che abbia meno di 5-6 mesi non si può pretendere che abbia un controllo totale dei suoi bisogni; secondo, ogni cane ha una certa “autonomia”, ma non possiamo aspettarci che un piccolo Yorkshire resista nacassariamente ogni giorno 12 ore perché noi siamo fuori per lavoro dalla mattina alla sera. Detto questo, molto spesso noi crediamo di aver insegnato egregiamente al nostro cane dove e quando può sporcare, ma non è detto che sia così. E’ tipico il caso in cui troviamo feci o urine sul pavimento al ritorno dal lavoro, ma solo ogni tanto, senza una regola ne un luogo preferito. Una delle ragioni (tra le tante di cui parleremo) potrebbe semplicemente essere che il nostro cane non ha chiaro il fatto che noi vorremmo che lui aspettasse a farle durante la passeggiata. Per risolvere questo piccolo ma fastidioso problema spesso sono sufficienti un paio di “trucchetti”. Prima cosa però dobbiamo eliminare in assoluto il castigo: è inutile sgridarlo, picchiarlo o strofinare il suo povero muso nella pipì quando ritorniamo a casa. Un cane non capisce il perché di questa punizione, non collega l’aver fatto la pipì (magari ore prima) al castigo. Però può collegare voi al castigo e l’unica cosa che otterrete è la sua paura. Funziona invece premiarlo (con un bocconcino, una carezza o una parola) nel momento in cui sta sporcando dove voi volete, nell’aiuola o su un foglio di giornale per esempio. Favorire il fatto che questo accada è molto semplice: prima dategli da mangiare e solo dopo portatelo a fare la passeggiata. Cibo e poi un minimo di esercizio sono la sequenza migliore per stimolarlo e creare l’occasione di premiarlo! Ricordate però di non tornare subito indietro dopo aver ottenuto quello che volevate, altrimenti il vostro cucciolo ritarderà il più possibile il momento pur di stare con voi a passeggio qualche minuto di più. Con questo criterio potete anche insegnargli ad usare in casa dei fogli di giornale, delle ribaltine assorbenti oppure una lettiera per gatti (se è un cane di taglia piccola), se siete costretti a lasciarlo solo a casa molte ore. Per quanto un cane preferisca sporcare su terra o erba, è facile insegnargli ad utilizzare un’”alternativa” a voi gradita. Fondamentale infine ricordare a tutti di “raccogliere” letteralmente i frutti del vostro insegnamento, perché non si dica che l’unico educato dei due è il cane!
VIOLA
IBAN: IT66A 06085 44900 00000 1000362 – BANCA DI ASTI AG. di Varallo (VC)
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione.
Puoi accettare, rifiutare o personalizzare i cookie premendo i pulsanti desiderati.
Chiudendo questa informativa continuerai senza accettare.
Questo sito utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza di navigazione su questo sito.
Visualizza la Cookie Policy Visualizza l'Informativa Privacy